lunedì 9 dicembre 2013

“Il Capolinea”, degli oceani o della voracità umana?



Questa è la domanda che mi sono posto dopo aver visto il “documentario” o “film” intitolato “The end of the line” o “Il capolinea” (nella versione venduta in Italia da Feltrinelli) in cui si parla di salvare il mare non per il bene dei suoi abitanti ma per il “bene” degli stomaci umani.
Mi ero ripromesso da tempo di acquistarlo e magari divulgarlo per mostrare la situazione in cui versano gli oceani e i mari del mondo per via della pesca intensiva. Mi sono fortemente pentito dell’acquisto e vi spiego anche i motivi. Prima cosa la presentazione del dvd venduto online è poco veritiera, scrivono lingua-italiano ma in realtà avrebbero dovuto scrivere: lingua inglese-sottotitolato in italiano. Detto questo, non so come si permettano di scrivere: Un film che andrebbe mostrato nelle scuole di ogni ordine e grado. Provo ad immaginarmi i bambini di prima e seconda elementare intenti a leggere i sottotitoli con i vari rapidi dialoghi che stenta a leggere anche un adulto, scritti tra l’altro con un carattere molto piccolo e in tante immagini poco visibile, e che passa dalla parte bassa a quella alta dello schermo ogni qual volta varia lo scenario ad indicarne luogo o nome dell’oratore di turno. Quei poveri bambini intenti a provare a leggere non vedrebbero nemmeno le immagini che forse sono l’unica cosa salvabile. Solo per questi motivi ne sconsiglio vivamente l’acquisto, se proprio volete vederlo e farvi una idea si trova completo in lingua originale su youtube.
Ammetto di essere stato uno sprovveduto, se avessi letto a fondo la presentazione avrei notato che il tutto era sponsorizzato da Slow Food e che nel libretto che danno insieme al dvd c’è anche una miniguida intitolata “Mangiamoli giusti”. Che orrore! Non riesco a capire come si possano coniugare il salvare il mare e il mangiare il pesce, proprio non ci riesco. L’autore o regista crede di salvarsi la coscienza, ma non salva sicuramente il mare e meno ancora i suoi abitanti che lo tengono in vita a stento soprattutto in questo ultimo decennio. Per carità – affermano - non mangiate il Tonno rosso; è in estinzione…, però mangiate pure tutto il resto perché il pesce ha gli omega3 che vi fanno bene alla salute, dico ma scherziamo? Mentono sapendo di mentire. Non parlano nemmeno dell’inquinamento di tutti i mari del mondo causato delle industrie e di conseguenza del mercurio che i poveri pesci sono costretti ad assorbire e che a loro volta assorbiranno le persone che se ne cibano. Questo in virtù del fatto che l’autore, Rupert  Murray, viene definito un Eco-regista militante. “Eco” di che e “militante” di cosa mi domando. Ecologista perché fa la differenziata in casa? Mah!!.. Il caro Murray dimentica volutamente il problema mercurio e soprattutto dimentica che sta parlando di ESSERI SENZIENTI. Però fa presente che “sono animali selvatici” e che se si fosse trattato di giraffe e leoni la gente si sarebbe indignata, le solite conclusioni speciste. Poi continua il suo sproloquio dicendo che nel 2048 non ci saranno più pesci e quindi l’uomo perderà una fonte primaria di cibo, e asserisce che non potremmo più mangiarli. Ma quale genio? Ma quale ecologista militante dei miei stivali! Che si vergognino lui e tutti quanti, dal primo fino all’ultimo, per aver creato questa sorta di film non film o documentario non documentario. Sembra di vedere una puntata di Pianeta Mare in cui si afferma di voler salvare le balene e poco dopo si infilano due aragoste vive in acqua bollente. Ma con quale coscienza riescono certe persone a mostrare il loro volto alla videocamera? Pensate che sia finita qui? Invece no. Tra le tante amenità presenti arrivano anche ad affermare che i McDonald’s servono pesce pescato responsabilmente, non finanziando la pesca intensiva. Sembra proprio una barzelletta di cattivo gusto, e se lo fosse mi verrebbe anche da ridere mentre invece è tutto vero ed è veramente triste quanto disgustoso e vergognoso. Dicono di voler salvare il mare, che intendano solo l’acqua salata? La vita dei suoi abitanti non viene presa minimamente in considerazione, non ha nessun valore se non quello alimentare. Mancava che lo inquadrassero al ristorante mentre mangia pesce vivo o come hanno fatto con il famoso cuoco Jamie Oliver intento a tagliare e cucinare del tonno rosso, tranne poi redimerlo nei titoli di coda dicendo di averlo tolto dai propri menù televisivi. Oppure l’altra catena di ristoranti che ha promesso di indicare nei menù con un asterisco la dicitura “specie a rischio estinzione”. Queste sono alcune parti che hanno suscitato la mia indignazione ma vi giuro che ce ne sono tante altre.
La vita non ha prezzo al contrario di quelli indicati nel libretto allegato al dvd, ed i pesci non sono ingredienti di stupide ricette intrise di morte e sofferenza. Sono sinceramente pentito e amareggiato per aver finanziato queste persone e le loro castronerie. Si inneggiano a salvatori del pianeta ma non sono altro che speculatori che proteggono gli interessi dell’industria della pesca che lucra sulla vita delle specie diverse dalla nostra. Spero che nessun’altro faccia il mio stesso errore. Incautamente ho regalato soldi a chi incrementa questa pratica brutale che è la pesca continuando a edificare questa assurda idea, come se già non lo fosse, che l’uomo abbia necessità di cibarsi di altre creature per il proprio sostentamento. Balle su balle, menzogne su menzogne dette da persone che sicuramente sono anche al corrente che si può vivere meglio senza uccidere nessuno, più sani e più in forma. Il mare non si salverà istituendo riserve di pesca, ma semplicemente smettendo di mangiare i suoi abitanti. Solo facendo la scelta vegan non si finanzierà più la pesca, non esiste altra strada. Allora si che smetterebbero di costruire migliaia di pescherecci nuovi ogni anno, smetterebbero di soffrire e morire migliaia di animali indifesi che permettono la nostra esistenza su questo pianeta. Perché il mare non esiste per metterci a disposizione i suoi abitanti come cibo ma bensì per metterci a disposizione la maggior quantità di ossigeno che ci serve per respirare quindi per vivere. Speriamo che prima di capirlo non sia ormai troppo tardi.  

venerdì 29 novembre 2013

Sentirsi vittime.

Se non si è vittime non si può capire cosa si prova. Chiudiamo gli occhi e immaginiamo per un attimo di esserlo. Veniamo trascinati con la forza in un mondo che non ci appartiene. Dove non possiamo respirare e lentamente ci mancano le forze per difenderci. Davanti ai nostri occhi pieni di terrore, avanza un essere sconosciuto che tiene in mano uno strano arnese, e mentre ancora ansimiamo e ogni speranza di salvezza svanisce ci vengono crudelmente e brutalmente amputati gli arti. Riapriamo gli occhi e guardiamo questa foto, non siamo noi di certo ma il suo sguardo ci trapasserà il cuore. Fate una scelta contro queste atrocità diventate vegan.

lunedì 25 novembre 2013

Cose da un altro mondo.

Fin dove potrà arrivare il genere umano non è dato saperlo a nessuno, quello che invece possiamo sapere tutti e fin dove è arrivato fino ad ora. Il genere umano o almeno la gran parte di esso non è ottuso, e che purtroppo molti hanno paura dei cambiamenti e si fidano troppo di gente che è pagata per mentire. Gente senza scrupoli che piuttosto che lucrare è disposta a passare sopra la morte di oltre sei milioni di innocenti. Questo è stato l’olocausto o shoah, che per quanto ci è dato sapere ha provocato la morte di oltre 6 milioni di innocenti, qualificabili in uomini, donne e bambini, tanti bambini. Se per di più fosse vero quanto anticipato dal quotidiano inglese “The Independent”, su uno studio condotto dal “Museo dell’olocausto di Washington”, questa già spaventosa cifra verrebbe elevata a quindici o addirittura venti milioni di innocenti ammazzati. Ora vi starete chiedendo come mai una associazione animalista e antispecista, si stia preoccupando di questo ai giorni nostri. In primo luogo perché da antispecisti abbiamo un pensiero che si trova in assoluto contrasto con visioni xenofobe e discriminatorie. Non solo verso i nostri simili, ma bensì verso tutto il  vasto mondo animale che ovviamente comprende anche il genere umano, che talvolta di umano ha veramente poco. Purtroppo si dovrebbe imparare dalla storia perché questa non si ripeta ma generalmente non è cosi, visto che quello che i nazisti facevano agli Ebrei, oggi molti uomini lo fanno a quelli che considerano “gli altri animali”, quelli volgarmente detti da reddito, quelli che secondo loro non soffrono, non hanno sentimenti e non sono senzienti. Li usano e li abusano a loro piacimento, finché non li uccidono per molti altri esseri umani che se li mettono sul piatto e li ingurgitano senza farsi troppi scrupoli. Tutto questo avviene perché ci abituano cosi fin dalla nascita, inutile nascondersi dietro un dito, siamo stati cosi anche noi. Perché ci hanno insegnato cosi, il razzismo, il sessismo, l’antisemitismo sono tutti comportamenti che si apprendono, così come lo specismo. Ma una volta che si fa il collegamento e si capisce che tutti gli animali di questo pianeta sono uguali a noi, soffrono, provano sentimenti, piangono e ci amano con un amore incondizionato. In quel preciso istante tutto cambia e tutto il mondo ci appare sotto una diversa luce. Questo è quello che succede quando ci si guarda attorno e si riflette su quanto a volte ciò che facciamo si ripercuota sui più deboli e sui diversi, che siano essi uomini o animali non fa differenza, perché anche noi uomini siamo animali. D’altro canto però ci sono anche uomini che si adoperano perché molte ingiustizie come l’olocausto vengano utilizzate per fini prettamente commerciali e di cattivo gusto. E qui arriviamo al nocciolo della questione facendo anche un nome: Federfauna. Meglio ancora: Massimo Filippi il segretario generale della confederazione che riunisce associazioni di allevatori, commercianti e detentori a vario titolo di animali (da reddito). Questo signore, pubblicizza nel sito di Federfauna la seconda edizione del “Premio Hitler”. Riportiamo le sue parole: - “Per le personalità che si sono particolarmente distinte nell’animalismo nel corso di ogni anno”. - Prosegue dicendo di aver inviato le raccomandate a dieci finalisti che saranno invitati a ritirare il premio a Bologna il 24 novembre prossimo. Sarete ora curiosi di sapere in cosa consiste questo premio. Vi accontentiamo subito riportando le sue parole, non sia mai che si pensi che le abbiamo travisate: - “Al vincitore del premio sarà consegnata ”una targa ricordo con l’immagine del fuhrer che accarezza amorevolmente due caprioli sullo sfondo del campo di concentramento di Auschwitz, sovrastata dalla scritta ‘Animal Rights’ corretta in ‘Animal Reich’“. Poi continua a vaneggiare asserendo che: - “animalismo e nazismo sono uguali, lo dicono molti studi” e che - “in gran parte degli statuti delle associazioni animaliste si fa riferimento alla legge per gli animali promulgata da Hitler il 24 novembre del 1933”.
Alla luce di quanto esposto ci domandiamo due cose. La prima: a quali studi si riferirà? Forse a qualche studio pilotato e pagato profumatamente per ottenere determinati risultati che si vogliono ottenere per scrivere queste castronerie. La seconda invece: Quale statuto sarà andato a leggere? Domande che probabilmente rimarranno senza risposta, perché è palese che il Filippi stia delirando. La netta differenza tra lui e noi animalisti è sicuramente che noi siamo molto più documentati di quanto pensi sull’industria che egli rappresenta. Perché di questo si tratta, di una vera e propria industria della carne. Chiamiamo le cose con il loro vero nome  evitando di usare eufemismi che sono serviti e ancora servono solo ad offuscare la realtà, confondere le idee e fuorviare le coscienze. Che siamo più informati lo testimoniano migliaia di siti informativi e divulgativi, report e video reali (non cartoni animati) girati nell’altro mondo in cui vengono nascoste le povere vittime innocenti. Vittime che vengono sterminate “legalmente” ogni secondo, di ogni minuto, di ogni tetro giorno in cui sono condannate a vivere e poi morire. E se qualcuno si domandasse per assurdo: come si saranno sentiti gli Ebrei sapendo di essere condannati a morte? Di certo non potremmo mai darci risposte su questo, perché per nostra fortuna non eravamo vittime di pazzi criminali come Hitler come lo sono stati loro. Ma quello che invece possiamo rispondere è che, probabilmente si saranno sentiti come tutti gli animali rinchiusi negli allevamenti intensivi, che vengono trascinati con forza nei macelli dove poi vengono fatti a pezzi, la cosiddetta catena di smontaggio. Questo è il nostro pensiero. Crediamo sia ora di finirla con questa visione antropocentrica del mondo, se vogliamo avere un futuro e se vogliamo farlo avere al nostro prossimo. L’uomo non è nato per decidere sulla sorte di nessuno, ne dei propri simili e ne degli altri animali terrestri e marini. A questo ci ha sempre pensato la natura e sempre avrebbe dovuto continuare a farlo, l’uomo non è nato per regolare i ritmi della vita di nessun’altro abitante del pianeta. Chi invece utilizza queste delicate argomentazioni per attaccarci e difendere il proprio ruolo, evidentemente non ha nient’altro da dire. Non si è informato ed è lontano anni luce dalla vera realtà animalista e antispecista di cui probabilmente non comprende nemmeno il significato. Per cui che altro aggiungere. Sicuramente certe persone non andrebbero nemmeno considerate, ma purtroppo la cosa ci è sembrata piuttosto grave e volevamo riportarla per darne notizia. Crediamo che al di là del modo di vedere di ognuno, non debba mai mancare il rispetto reciproco, soprattutto se si strumentalizzano fatti cosi gravi di cui si è macchiata l’umanità per proprio tornaconto. Inoltre, di certo non si tratta nemmeno di un allevatore e tanto meno di un detentore di animali (da reddito), ma bensì di uno che probabilmente vive alle loro spalle, che crede di sostenerli usando questi metodi. Metodi che non fanno altro che accrescere il divario che c’è tra il nostro ed il loro pensiero. Metodi che allontanano dal dialogo e che non creano nient’altro che una guerra in cui alcuni possono perdere la ragione.  Metodi di un altro mondo che non sarà mai il nostro.
PS: Il motto di Federfauna “Per la tutela dei diritti e per una reciproca migliore convivenza”. Purtroppo di chi siano i diritti e la convivenza non è dato saperlo a nessuno, a voi la scelta.
Altre perle dal sito Federfauna in questo link.

giovedì 7 novembre 2013

Edizione straordinaria: I vegan vivono sul pianeta terra.

L’undici ottobre è apparso questo articolo sul ilfattoquotidiano.it a firma di Emanuela Mei, giornalista evidentemente per niente preparata in materia alimentare. Nel suddetto articolo  viene citato anche un Assessore all’Agricoltura ancora più incompetente. Purtroppo, dopo averlo letto non posso  riuscire a frenare le tante cose che ci sono da dire. Come si evince chiaramente questi due signori non sanno di aver scritto migliaia di frottole una appresso all’altra. In tutto questo breve contesto denso di errori ma anche di orrori, se si pensa anzitutto alle prime vittime gli animali, è triste pensare alla tanta falsa informazione che gira riguardo la salute, soprattutto dei più piccoli, che viene inculcata ai genitori che la applicano senza documentarsi in nessuna maniera. Ma andiamo per gradi, voglio annientare tutte queste teorie senza senso. Vorrei analizzare tutto l’articolo e segnalare i vari errori dovuti alla scarsa conoscenza.
 

 

giovedì 31 ottobre 2013

La discriminazione, l’omofobia, il nostro pensiero ed il Manifesto Antispecista

Viste le numerose “proteste” e/o pensieri personali espressi in questi ultimi giorni sul social network facebook, nella pagina del gruppo “Antispecismo Sassari” (AS), su un argomento che è stato divulgato da qualche sprovveduto e invece non doveva esserlo, ci sentiamo in dovere se non anche in obbligo di difendere la posizione assunta dal gruppo AS con cui il gruppo “Terrestri” collabora e di cui alcuni di noi fanno parte.
L’annosa questione, riguarda l’organizzazione di una conferenza da parte del neonato gruppo AS, in cui si sarebbe dovuto invitare come relatore il Dott. Valdo Vaccaro. Conferenza che è stata giustamente annullata in virtù della scoperta di un post esplicitamente omofobo trovato, da uno dei volontari di AS, nel blog di Vaccaro, scritto e controfirmato dallo stesso.
Ci sembra inoltre doveroso ammettere, senza nessun timore di smentita e anche per chiarezza di informazione, che fu un nostro volontario a lanciare la proposta di tale iniziativa durante una delle diverse riunioni del gruppo AS, che fino a tale scoperta era un estimatore del blogger in questione.
Con questo nostro scritto non vogliamo assolutamente commentare e ne analizzare, per decenza, il post incriminato, ma semplicemente difendere e sostenere la scelta ovvia del gruppo AS di evitare di organizzare tale conferenza. Ci preme inoltre sottolineare che tale scelta è coerentemente e completamente in linea con il Manifesto Antispecista che qui riportiamo in piccola parte.
L’antispecismo è il movimento filosofico, politico e culturale che lotta contro lo specismo, l’antropocentrismo e l’ideologia del dominio veicolata dalla società umana. Come l’antirazzismo rifiuta la discriminazione arbitraria basata sulla presunzione dell’esistenza di razze umane, e l’antisessismo respinge la discriminazione basata sul sesso, così l’antispecismo respinge la discriminazione basata sulla specie……
L’antispecista, pertanto, non solo si batte per l’eliminazione delle discriminazioni dovute alle fittizie e strumentali barriere di specie innalzate dall’Umano per sottrarsi ai suoi doveri nei confronti della natura e delle altre specie, ma assume come elementi base il riconoscimento dei pieni diritti dell’Umano a prescindere da sesso, orientamento sessuale, condizioni fisiche e mentali, ceto, etnia, nazionalità etc. L’antispecismo deve essere considerato quindi una naturale evoluzione (e non una derivazione) del pensiero antirazzista, antisessista, antimilitarista e, pertanto, si trova in assoluta antitesi con visioni xenofobe e discriminatorie….
Già questo basterebbe per comprendere e sostenere la scelta di AS che comunque è stata anzitutto presa e dettata dal buon senso e dalla ragione dei volontari, a cui noi abbiamo e diamo ancora tutto il nostro sostegno, in virtù del fatto che sono come noi, ed insieme a noi, persone che si impegnano nell’organizzazione di eventi che servono per la divulgazione del pensiero Antispecista, dell’alimentazione vegan, dell’animalismo. Anteponendo l’attivismo a molti impegni personali, e spendendo il proprio tempo ed il proprio denaro.
Durante questi incontri, quando possibile, si raccolgono delle offerte dalle persone che vi partecipano, preparando degustazioni vegan oppure offrendo qualche simpatica spilla in cambio di qualche soldo che poi si cerca di utilizzare con il massimo criterio possibile, in base alle priorità soprattutto per aiutare chi non può difendersi da solo, come appunto gli animali.
Per rispetto anche alle persone che fanno queste donazioni, troviamo sia logico ma soprattutto giusto non spendere quei soldi per pagare una persona che pubblicamente ed in maniera esplicita discrimina gli altri. Nessuno e tanto meno noi ha la verità in tasca ma crediamo che con tale decisione si sia evitato di infangare con un pensiero fortemente discriminatorio, come quello omofobo, l’operato di tanti volontari che danno l’anima per quello in cui credono.
Concludiamo dicendo che crediamo fortemente che le critiche non costruttive siano sempre deleterie e controproducenti alla causa animalista ed antispecista. A maggior ragione se queste stesse critiche vengono da persone che dicono di essere vegan ed antispeciste. Ed in ultimo siamo convinti che queste stesse persone, che non fanno parte ne del gruppo Antispecismo Sassari e ne del gruppo Terrestri, possano attivarsi lecitamente, come è stato fatto qualche mese fa nella città di Cagliari, ed organizzare loro tale conferenza.



Terrestre P.

lunedì 29 aprile 2013

La figura del supervegan e la sua controproduttività alla causa

Queste quattro righe vogliono portare alla vostra attenzione la figura del supervegan in modo più o meno ironico. Dico più o meno perché si tratta di una figura caricaturale, una macchietta le cui prese di posizione sono (quasi) sempre ridicole al punto da suscitare ilarità, ma anche un minimo di preoccupazione in chi pensa che potrebbero essere inutili, o peggio, deleterie alla causa eco – animalista. Ma partiamo con ordine, chi è questo strano figuro che mi sono permesso di battezzare supervegan? A questo nome va associata la figura di quelle persone che, senza neanche saper bene che cosa significhi, hanno deciso di abbracciare la scelta vegan, probabilmente per moda, o forse per sentirsi parte di qualcosa, oppure dopo aver visto i servizi televisivi su Green Hill, o chissà per quale altro motivo. Molti di voi diranno “E allora? L’importante è che ci sia stato il risveglio di coscienza che ha portato l’individuo a maturare tale decisione!!!!” D’accordissimo, rispondo io, a tutti è successo più o meno così. Non a tutti però è successo che il passo successivo a tale “illuminazione”, sia stata l’autoproclamazione ad onnisciente essere superiore, in possesso di tutte le verità umane e non. Unico e sommo detentore della verità suprema!
Dai, so che molti di voi hanno già capito a che tipo di losco figuro mi stia riferendo. Su, dai, il supervegan!!!! Quello che inviti ad un’incontro vegan e chiede a tutti quelli che hanno cucinato quali siano gli ingredienti dei piatti! Marca, provenienza, se bio o non, se integrali o non, data, luogo di produzione e di scadenza!!!!
Quello che inviti a casa tua per uno spuntino, e con la scusa di lavarsi le mani entra nel tuo bagno e fruga dappertutto in cerca, che so, di uno shampo o di un dentifricio senza il coniglietto sull’etichetta, per poterti esporre alla gogna pubblica come un traditore ed un pro-vivisezionista!
Il supervegan è quello che, ignaro del fatto che tu sia vegan anni e anni prima di lui, viene a farti lezioni di etica e che ti rimprovera perché hai una macchina diesel, e quindi altamente inquinante!
Il supervegan è quello che, da quando ha fatto la sua scelta, non condivide più la tavola con amici e familiari onnivori! Il supervegan è, ed ora il discorso si fa un po più serio, quello che ha dimenticato che alla base del suo pensiero sta la tolleranza! E’ quello che, cercando di fare “proselitismo” in maniera violenta e arrogante, altro non fa che allontanare la gente, quasi giustificando coloro che ci considerano dei pazzi estremisti. So bene che per noi tutti è estremismo cibarsi, dissetarsi, curarsi e vestirsi della vita e delle sofferenze di creature che hanno il nostro stesso diritto di esistere, ma veramente i metodi adottati dal supervegan possono avvicinare le persone al nostro modo di vivere? Tanti anni fa, quando a parlare di veganesimo eravamo in pochissimi, almeno qui in Sardegna, questi toni altezzosi e arroganti non esistevano! Eppure allora si che eravamo visti come degli extraterrestri! E ora che dovrei essere felice del fatto che il numero di vegan in Sardegna, in Italia, nel mondo, sta crescendo giorno dopo giorno, mi ritrovo quotidianamente a leggere su internet di guerre tra vegan e vegetariani, di maledizioni in stile fatwa lanciate dai vegan verso gli onnivori! Ma perché piuttosto non ci rapportiamo in maniera più modesta, civile ed amichevole (per quanto possibile, perché so bene quanto possono essere altrettanto ottusi quelli che la pensano diversamente da noi) verso i non-veg? Sono sicuro, e ne ho avuto la prova diverse volte, che avremmo maggiori e migliori risultati. Non so, forse è una cosa ciclica, magari passato il tempo della rabbia incontrollata si arriva poi a ragionare in maniera più costruttiva, però ci pensate a quanta energia si spreca serbando rancore e attaccando gli altri ogni giorno, in continuazione, piuttosto che spiegare le nostre ragioni con tutta la calma e la tranquillità che ci dovrebbe differenziare dagli altri? Che poi, non dimentichiamo che quegli altri non sono solo quelli che bombardiamo di insulti e di giudizi su facebook, ma spesso sono i nostri genitori, i nostri fratelli, molti dei nostri amici. Tutta gente che magari non la pensa come noi ma a cui vogliamo bene! Insomma, per concludere, non dimentichiamo che alla base di ciò in cui crediamo, sta il rispetto, il confronto e la tolleranza. Sono convinto che riusciremo a cambiare il mondo molto più di come potremo fare con la violenza e l’odio.
Terrestre E.